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APPARATO MAMMARIO

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L'apparato mammario è costituito da un numero variabile di ghiandole alveolari o mammelle, cioè organi ghiandolari pari presenti nei mammiferi che hanno la funzione di produrre latte(solo nel caso del sesso femminile, nei maschi restano rudimentali), fonte di nutrimento nei primi mesi di vita della loro prole. Le mammelle sono disposte lungo due linee paramediane che vanno dalla piaga dell'inguine fino all'ascella, nei ruminanti e negli equini sono presenti una o due coppie di mammelle, mentre nel maiale, nel coniglio e nella maggior parte dei carnivori sono dalle tre alle nove coppie.
Ogni ghiandola è fornita sull'apice di un rilievo conico-cilindrico, il capezzolo al cui interno vi è il canale capezzolare che finisce con i dotti papillari, i quali hanno numero variabile a seconda della specie. Ad esempio nella vacca è singola, ma nella cavalla sono 3. Ciascuna mammella è separata dalla controlaterale da una depressione, il solco intermammario, presente in modo meno evidente anche tra le mammelle di una stessa fila.
SVILUPPO DELLA MAMMELLA
Nell'embrione le mammelle si presentano come come due cordoni che corrono le linee paramediane, dall'ascella all'inguine, finché non approfondano nel mesenchima costituendo la linea del latte. quest'ultimi si inspessiscono e formano le creste del latte, da cui si sviluppano in profondità i noduli mammari, origine della gemma mammaria che proliferando, forma un sistema di dotti galattofori, i quali a loro volta daranno i dotti alveolari e gli alveoli secernenti. sulla superficie esterna l'abbozzo mammario si solleverà in seguito per formare il capezzolo.
STRUTTURA DELLA MAMMELLA
Nella mammella si distinguono: la cute, lo strato sottocutaneo, la fascia mammaria, il capezzolo ed il corpo ghiandolare.
La cute o pelle è uno strato sottile e delicato, fornito di peli sottili e radi, tranne nella zona del capezzolo (ad eccezione della cavalla), dove essa può essere sollevata in pliche e possiede inoltre un discreto numero di ghiandole sudoripare e sebacee che ne conferiscono l'untuosità.
Al di sotto della cute vi è uno strato sottocutaneo in cui corrono numerosi vasi sanguigni molto voluminosi e ben visibili nelle femmine in lattazione. In questo strato viene accolto il corpo ghiandolare, che assume rapporti con la fascia profonda del tronco. Quest'ultima ai lati di ciascun corpo ghiandolare sviluppa una fascia secondaria laterale che si estende fino al capezzolo. La fascia è inoltre ricca di fibre elastiche che consentono di sostenere la mammella. Le fasce laterali(nel caso della vacca) dei due lati della mammella, precedentemente divise da abbondante parenchima ghiandolare, si uniscono della zona intramammaria ed in quella laterale formando, in ordine, il legamento sospensore mediano ed il legamento sospensore laterale.
Risultati immagini per condotto lobare mammellaIl capezzolo, struttura conico-cilindrica, è rivestito da cute spesso rugosa. Al suo apice, come detto in precedenza, appare traforato da un numero variabile di dotti lattiferi, che rappresentano la terminazione dei dotti papillari (cioè l'ultimo tratto dei dotti escretori delle ghiandole mammarie), i quali nel capezzolo sono compresi in tessuto connettivo, ben vascolarizzato. Sono, inoltre presenti fibrocellule muscolari lisce, che contraendosi possono determinare variazioni nella forma del capezzolo.
Corpo ghiandolare è costituito da tessuto adiposo e dalle ghiandole mammarie, cioè la componente secernente e i dotti secrettori. La componente secernente è l'alveolo, unita di produzione del latte, al cui interno vi è un gruppo di cellule secernenti, raccolte in sfera con il centro vuoto, lume.
Risultati immagini per struttura della mammella bovinaL'alveolo è circondato da i vasi capillari sanguigni ,da cui esso prende le sostanze chimiche necessarie per la produzione del latte, e dalle cellule mioepiteliali (o cellule a canestro), che hanno la funzione di contrarsi, come conseguenza di uno stimolo, per far uscire il latte.
Gli alveoli, inseriti in tessuto connettivo e grasso, si unisono in gruppi a formare un lobulo. In quest'ultimo gli alveoli hanno un dotto galattoforo (condotto intralobulare) in comune, il quale si inserisce in un dotto collettore (condotto interlobulare) più voluminoso, che termina inserendosi nella cisterna del latte (cisterna mammaria, seno lattifero o seno galattoforo).
Dal seno lattifero, situato alla base del capezzolo, inizia il canale del capezzolo, cavità cilindrica all'interno dell'organo omonimo, il quale nella porzione più distale, si assottiglia formando il dotto papillare o sfintere. il numero degli sfinteri per capezzolo varia da specie a specie, ad esempio nella vacca è singolo mentre la cavalla ne ha 3.

 MESSA A LATTE DELLA VACCA
La produzione di latte, effettuata da cellule specializzate, richiede una grande quantità di principi attivi, che vengono trasportati dal sangue. [per 1 kg di latte sono necessari 400/500 kg di sangue]
Prima di vedere il ciclo che percorre il latte per uscire, concentriamoci sulla mammella della vacca che sarà l'autore di questo processo. La mammella di una vacca è divisa in 4/4 (quattro quarti), dove ogni quarto è completamente autonomo ed indipendente dagli altri. i 2/4 posteriori di norma producono più latte (60%) rispetto ai 2/4 anteriori (40%).
Il processo di produzione del latte inizia con una stimolazione nervosa (può essere provocata o dal contatto con la mano dell'allevatore oppure dalla vista della mungitrice o del vitello), i cui impulsi arrivano al ipotalamo, nel cervello, il quale ordina alla ghiandola ipofisi di produrre ossitocina, all'interno della corrente sanguigna. Quest'ultima arriva all'alveolo dove fa contrarre le cellule mioepiteliali che "spremono" l'alveolo facendo fuoriuscire il latte. Il secreto scorre lungo lungo il dotto galattoforo e il dotto collettore fino ad arrivare alla cisterna del latte, dove si inserisce ne canale capezzolare e fuoriesce dagli sfinteri. L'azione dell'ossitocina dura solo per circa 10 minuti dopo i quali le cellule a canestro si rilassano.Risultati immagini per mammella di vacca

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